<< Home Page

 

                                                      Apri la Versione per la Stampa

              LA MIA FEDE DI LAVORATORE

                    _________________________________________

 

L'uomo, mediante il lavoro si procura i pane quotidiano e contribuisce al continuo progresso delle scienze e della tecnica e alla elevazione culturale e morale della società in cui vive assieme a tutti gli altri uomini. Con la parola "lavoro" viene indicata ogni opera compiuta dall'uomo, cioè ogni attività umana.

Il lavoro è una delle caratteristiche che distinguono l'uomo dal resto delle creature; solo l'uomo ne è capace e solo l'uomo lo compie. Così il lavoro porta in sé un particolare segno dell'uomo e dell'umanità, il segno della persona operante in una comunità.

 

               _________________________________________

 

 

Il lavoro distingue l'uomo dal resto delle creature

 

Dato che il lavoro nella sua dimensione soggettiva è sempre un'azione personale, ne segue che ad esso partecipa l'uomo intero, il corpo e lo spirito, indipendentemente dal fatto che sia un lavoro manuale o intellettuale. All'uomo intero è pure indirizzata la Parola del Dio vivo, il messaggio evangelico della salvezza, nel quale troviamo molti contenuti ‑ come luci particolari ‑ dedicati al lavoro umano. Ora, è necessaria un'adeguata assimilazione di questi contenuti; occorre lo sforzo interiore dello spirito umano, guidato dalla fede, dalla speranza e dalla carità, per dare al lavoro dell'uomo concreto, con l'aiuto di questi contenuti, quel significato che esso ha agli occhi di Dio, e mediante il quale esso entra nell'opera della salvezza al pari delle sue trame e componenti ordinarie e, al tempo stesso, particolarmente importanti.

 

Il Vangelo del lavoro

 


... “per i credenti una cosa è certa: l'attività umana individuale e collettiva, ossia quell'ingente sforzo col quale gli uomini nel corso dei secoli cercano di migliorare le proprie condizioni di vita, considerato in se stesso, corrisponde al disegno di Dio. L'uomo infatti, creato a immagine di Dio, ha ricevuto il comando di sottomettere a sé la terra con tutto quanto essa contiene per governare il mondo nella giustizia e nella santità....” (GS 34).

 

Nella Parola della divina Rivelazione è iscritta molto profondamente questa verità fondamentale, che l'uomo, creato a immagine di Dio, mediante il suo lavoro partecipa all'opera del Creatore, e a misura delle proprie possibilità, in un certo senso, continua a svilupparla e la completa, avanzando sempre più nella scoperta delle risorse e dei valori racchiusi in tutto quanto il creato. Questa verità noi troviamo già all'inizio stesso della Sacra Scrittura, nel Libro della Genesi, dove l'opera stessa della creazione è presentata nella forma di un “ lavoro” compiuto da Dio durante i “ sei giorni ”, per “ riposare ” il settimo giorno.

 

 

Con il lavoro e il riposo l'uomo imita Dio suo creatore

 

L'uomo lavorando deve imitare Dio, suo Creatore, perché porta in sé ‑ egli solo ‑ il singolare elemento della somiglianza con lui. L'uomo deve imitare Dio sia lavorando come pure riposando, dato che Dio stesso ha voluto presentargli la propria opera creatrice sotto la forma del lavoro e del riposo.  Perciò, anche il lavoro umano non solo esige il riposo ogni “settimo giorno ”, ma per di più non può consistere nel solo esercizio delle forze umane; esso deve lasciare uno spazio interiore, nel quale l'uomo, diventando sempre più ciò che per volontà di Dio deve essere, si prepara a quel “ riposo ” che il Signore riserva ai suoi servi ed amici.

 

 

Il lavoro come prtecipazione all'opera del Creatore

 

La coscienza che il lavoro umano sia una partecipazione all'opera di Dio, deve permeare ‑ come insegna il Concilio ‑ anche “ le ordinarie attività quotidiane. Gli uomini e le donne, infatti, che per procurarsi il sostentamento per sé e per la famiglia, esercitano le proprie attività così da prestare anche conveniente servizio alla società, possono a buon diritto ritenere che col loro lavoro essi prolungano l'opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli e danno un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia.


Bisogna, dunque, che questa spiritualità cristiana del lavoro diventi patrimonio comune di tutti. Bisogna che, specialmente nell'epoca odierna, la spiritualità del lavoro dimostri quella maturità, che esigono le tensioni e le inquietudini delle menti e dei cuori.

 

 

Con Dio o contro Dio?

 

I cristiani, dunque, non solo non pensano di contrapporre le conquiste dell'ingegno e della potenza dell'uomo alla potenza di Dio, quasi che la creatura razionale sia rivale del Creatore; ma, al contrario, essi piuttosto sono persuasi che le vittorie dell'umanità sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno. E quanto più cresce la potenza degli uomini, tanto più si estende e si allarga la loro responsabilità individuale e collettiva.

 

Perchè la fatica del lavoro?

 

Nel lavoro umano il cristiano ritrova una piccola parte della croce di Cristo e l'accetta nello stesso spirito di redenzione, nel quale il Cristo

ha accettato per noi la sua croce. Nel lavoro, grazie alla luce che dalla risurrezione di Cristo penetra dentro di noi, troviamo sempre un barlume della vita nuova, del nuovo bene, quasi come un annuncio dei “ nuovi cieli e di una terra nuova ”," i quali proprio mediante la fatica del lavoro vengono partecipati dall'uomo e dal mondo.

Mediante la fatica ‑ e mai senza di essa. Questo conferma, da una parte, l'indispensabilità della croce nella spiritualità del lavoro umano;

d'altra parte, però, si svela in questa croce e fatica un bene nuovo, il quale prende inizio dal lavoro stesso: dal lavoro inteso in profondità e - sotto tutti gli aspetti ‑ e mai senza di esso.

 

Tuttavia, l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì stimolare piuttosto la sollecitudine a coltivare questa terra, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già, riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo.

 

Lavoro e preghiera, un binomio possibile?

 

Il cristiano che sta in ascolto della parola del Dio vivo, unendo il lavoro alla preghiera, sappia quale posto occupa il suo lavoro non solo nel progresso terreno, ma anche nello sviluppo del Regno di Dio, al quale siamo tutti chiamati con la potenza dello Spirito Santo e con la parola del Vangelo.